Apprendimento implicito della simmetria nei movimenti umani
DIANE RICHMOND
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 23 novembre 2019.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Ogni aspetto della nostra vita di relazione è
improntato e caratterizzato da apprendimenti inconsapevoli o impliciti,
che vanno da processi descritti come memorie procedurali ad acquisizioni per
semplice associazione o abitudine, e si possono riconoscere nel modo in cui
camminiamo, nell’accento prosodico del nostro eloquio, nella mimica facciale o
gestuale, ma sono presenti e necessari nella percezione e come base elementare
di ogni elaborazione cognitiva dell’attualità ambientale. Il loro studio è
stato a lungo negletto in seno alla neuropsicologia, che aveva nella ricerca sugli
apprendimenti espliciti o dichiarativi delle memorie semantica ed episodica un
argomento di maggior rilievo clinico e teorico. Le cose sono cambiate con il
progressivo affermarsi della neuroscienza cognitiva, dei suoi metodi e della
sua costante ricerca delle basi neurofunzionali, così il numero di progetti di
studio e di gruppi di ricerca impegnati in questo campo è andato progressivamente
crescendo.
Con l’accumularsi dei dati sull’apprendimento
implicito umano, l’esigenza di avere un quadro teorico in grado di guidare
i ragionamenti interpretativi, si è fatta sempre più pressante. Operativamente
ciascun team segue un orientamento, derivante da elaborazioni della
propria esperienza di studio o dall’adesione a concezioni sostenute dalle scuole
neuroscientifiche più influenti.
Tutti gli approcci teorici si possono schematicamente
riportare a due grandi ipotesi: la prima, detta in inglese domain
general theory, postula che specifiche regioni encefaliche siano
responsabili di specifiche strutture (es.: supra-finite
state), indipendentemente dal dominio funzionale in questione, ossia prescindendo
dal fatto che sia in gioco un apprendimento motorio, visivo, acustico o altro;
la seconda, detta in inglese domain specific
theory, postula che l’acquisizione implicita rappresenti un adattamento sviluppato
all’interno delle regioni neurali specializzate per ciascun dominio funzionale.
In altri termini, il primo tipo di concezione suppone un apparato di memorizzazione
implicita al servizio delle varie modalità funzionali, mentre il secondo contempla
l’esistenza di tanti piccoli apparati di memorizzazione implicita, uno per ogni
modalità neurofunzionale.
Zhang e colleghi hanno realizzato uno studio che,
indagando la possibilità che volontari apprendano in forma implicita l’abilità
di rilevare la simmetria nel movimento biologico, hanno sottoposto
a verifica il valore delle due concezioni teoriche sulle basi neurali di questa
forma di apprendimento.
(Zhang Q., et al. Implicit learning of symmetry of human movement
and gray matter density: Evidence against pure domain general and pure domain
specific theories of implicit learning.
International Journal of Psychophysiology
– Epub ahead
of print doi: 10.1016/j.ijpsycho.2019.10.008. Nov. 14,
2019).
La provenienza
degli autori è la seguente: School of Psychology and Cognitive Science, East China
Normal University, Shanghai (Cina); Key Laboratory of
Magnetic Resonance, School of Physics and Materials Science, East China Normal University,
Shanghai (Cina).
La ricerca su memoria e apprendimento non cosciente nell’uomo ha avuto un
impulso decisivo all’inizio degli anni Ottanta, quando fu sperimentalmente
dimostrato che il pensiero e il comportamento di una persona potevano essere
influenzati da eventi pregressi, vissuti dal soggetto stesso, ma mai presenti
alla sua coscienza. In quello stesso periodo – come ricorda Jeffrey P. Toth – si scoprì che i principi che governano i processi
che portano il cervello ad apprendere, conservare e impiegare informazioni sotto
il livello della coscienza, differiscono significativamente da quelli che svolgono
lo stesso ruolo nell’ambito della consapevolezza[1]. Tali acquisizioni hanno avuto un’importanza
epocale, perché non solo hanno determinato la distinzione metodologica e
concettuale negli studi su memoria cosciente e memoria non cosciente,
ma hanno anche contribuito in modo decisivo a rendere coscienza e consapevolezza
argomenti rilevanti per la ricerca neuroscientifica[2].
Sebbene gli inizi dello studio scientifico di forme non coscienti di
apprendimento umano si possano far risalire alla fine dell’Ottocento, la
ricerca che ha acquisito dati di conoscenza ancora validi comincia con la
scoperta che pazienti sofferenti di amnesia, quando testati con metodi
impliciti, dimostravano di possedere memoria di eventi passati. Studi
successivi accertarono la presenza di simili tracce non coscienti in persone
sane. Dopo queste prime dimostrazioni, la ricerca sui processi non coscienti di
registrazione, conservazione e utilizzo di informazioni si è notevolmente
evoluta attraverso lo sviluppo di metodologie sempre più precise ed efficaci
per la misura dei parametri accessibili[3].
Zhang e colleghi hanno esplorato la possibilità che i volontari imparassero
in forma implicita a rilevare la simmetria nel moto biologico.
Accertato questo apprendimento implicito, i ricercatori hanno allestito una
procedura per sottoporre a vaglio sperimentale il valore delle teorie correnti
che abbiamo menzionato. A questo scopo, hanno disposto un’indagine attuata mediante
la metodica della morfometria basata sul voxel (VBM, voxel based morphometry) per verificare
se l’apprendimento fosse associato a regioni cerebrali che mediano il
linguaggio e partecipano a grammatiche di supra-finite
state, ossia paradigmatiche, come la simmetria; o se l’apprendimento
fosse associato semplicemente a regioni implicate nella funzione di moto.
Per esplorare la rilevanza delle regioni associate all’attività motoria, i
ricercatori hanno indagato le variazioni strutturali nel cervello di atleti e
le hanno comparate con quelle rilevabili in soggetti di controllo non dediti a
pratiche di moto o sportive; allo stesso scopo, hanno analizzato il vantaggio
degli atleti nell’apprendimento implicito della simmetria nelle
azioni. Inoltre, hanno indagato la possibilità che l’abilità di
immaginazione motoria possa rendere conto del ruolo delle regioni associate al
moto in questo apprendimento.
I partecipanti hanno osservato passivamente e memorizzato numerose sequenze
di movimento biologico esemplificando una regola di simmetria e poi giudicando
nuove sequenze se fossero “grammaticali” o meno, ossia se rispettassero la
regola desunta. È risultato che, in termini comportamentali, l’acquisizione
implicita di simmetria poteva estendersi all’elaborazione del moto biologico.
Gli atleti hanno fatto rilevare una maggiore precisione nella
classificazione e nell’abilità di immaginazione propriocettiva, e hanno esibito
maggiore facilità di attribuzione alla classe.
I risultati degli esami VBM hanno mostrato che gli atleti presentavano una
maggiore densità della materia grigia nel cervelletto di destra, nel giro
linguale di sinistra, nel precuneo di sinistra e nel talamo di destra. L’analisi
di correlazione ha dimostrato che la densità della materia grigia del
cervelletto era positivamente associata con la precisione nella
classificazione, che era mediata dall’abilità di immaginazione propriocettiva.
Si è poi rilevato che anche la densità della materia grigia della corteccia della
parte inferiore lobo frontale di sinistra è positivamente correlata con la
precisione nella classificazione, cosa che indica la partecipazione di regioni associate
all’apprendimento della simmetria attraverso i domini.
Nell’insieme, questo studio fornisce evidenze iniziali che l’apprendimento
implicito implica sia un processo di adattamento all’interno delle regioni
responsabili per ciascun dominio, sia l’intervento di regioni cerebrali che
elaborano la stessa struttura per i vari domini.
L’autrice
della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per il
contributo nella stesura in corretto italiano dell’articolo e invita alla
lettura delle recensioni di studi di
argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare
il motore interno nella pagina “CERCA”).
Diane Richmond
BM&L-23 novembre 2019
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Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di
Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484,
come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1]
Jeffrey P. Toth, Nonconscious Forms of Human Memory, in The Oxford Handbook
of Memory by Endel Tulving & Fergus I. M.
Craik, p. 245, Oxford University Press, New York 2005.
[2] Cfr. Cohen J. & Schooler J. W. (Eds), Scientific approaches
to consciousness. Erlbaum, Mahwah, New Jersey 1997.
[3] Jeffrey P. Toth, op. cit., pp. 256-257.